http://Il tuo 5x1000 ad Amnesty International

mercoledì 24 marzo 2010

Pane acqua e bambini

Fossimo un paese normale in una campagna elettorale normale che deve eleggere amministratori di città, province e regioni magari potremmo appassionarci a storie come quella che arriva da un paesino in provincia di Vicenza, Montecchio Maggiore. Succede in quel di Montecchio che ieri l’altro nell’asilo comunale all’ora di pranzo, con i bambini seduti forchette e coltelli in mano, si scodella pastasciutta, secondo e contorno per tutti meno che per nove piccoli i quali si vedono depositare sul piatto un pezzo di pane. “Disposizioni del Comune” dicono all’asilo “le famiglie dei ragazzi non pagano la retta della refezione ormai da mesi” e quindi ecco l’avvertimento, pane e acqua fino a nuovo ordine. Ora immaginate la scena, il tuo vicino di banco inforca i bucatini e tu, occhi lucidi e pane nel piatto. Per fortuna, a quanto dicono le cronache, è scattata più o meno spontanea la solidarietà e i bambini con l’aiuto delle maestre si sono ridivise le porzioni offrendo agli sfortunati un poco del loro e così per quel giorno è andata. Ma il problema, a parte l’inutilmente crudele tentativo di soluzione, resta tutto lì, cosa sono i servizi sociali in un paese civile, come la crisi morde famiglie e comuni, che alternative ha un buon amministratore. Ecco, fossimo un paese normale avremmo avuto faccia a faccia dei candidati anche sulla storia di Montecchio, invece di dare i numeri su Piazza San Giovanni. (pubblicato su DNews)

domenica 21 marzo 2010

Monteverde vecchio

Oggi davanti al Piccolo bar di piazza Ottavilla una signora anziana e con qualche problema di memoria di ritorno dalla messa chiede ad un signore che abitualmente presidia il locale "mi scusi ma il cappuccino l'ho già preso oppure no?" "No signora, glielo posso garantire, questa mattina è andata diretta in chiesa" "grazie" risponde la signora e contenta entra ad ordinarlo.

mercoledì 10 marzo 2010

Le loro elezioni e le nostre

Già l’altra volta, qualche anno fa, quando gli uomini e soprattutto le donne irachene si misero in fila sfidando razzi e bombe per andare a votare provammo un senso di orgoglio e di imbarazzo misto assieme. Il loro coraggio a sfidare la paura di morire per andare deporre la scheda nell’urna, quelle foto sorridenti in cui mostravano il dito bagnato d’inchiostro, prova inconfutabile del voto che li rendeva anche bersaglio della violenza, ci investiva in qualche modo di responsabilità. Avevano scelto di provare la nostra strada, quella della democrazia, pur avendo ancora soldati stranieri per le strade e una guerra portata in casa che, giusta o sbagliata, ha fatto morti a migliaia. Questa volta le scene si sono ripetute, le file, le dita inchiostrate, i volti sorridenti ma anche concentrati a leggere per bene nomi e cognomi dei candidati sulle liste nei seggi. Come se questa seconda prova di democrazia fosse più sacra della prima. Ecco allora che cresce in noi l’imbarazzo. Probabilmente non sapranno nulla di decreti salva liste, di panini fuori tempo massimo, dello scempio barbarico che qui si prova e si riprova a fare delle regole di quella stessa democrazia che le donne e gli uomini d’Iraq hanno scelto guardando anche a paesi come il nostro. Certo sarebbe difficile spiegare loro che cosa è il Tar del Lazio, meglio sperare che questi giorni italiani passino inosservati. Almeno a Bagdad. (pubblicato su DNews)

mercoledì 3 marzo 2010

Lettera a quelli delle Tribune


Cari colleghi adesso tocca anche a voi.
Ieri, nonostante tutto, sullo stesso palco, a dire la loro, c'erano Michele Santoro e Bruno vespa. Noi eravamo giù assieme a tanti o pochi altri a fare quello che potevamo per denunciare il rischio che corriamo tutti. Essere cancellati come fastidiosa ipotesi di una opinione pubblica che ancora prova a fare domande alla politica.
Se davvero toccherà a voi sostituire i programmi di informazione con le interviste ai partiti allora ricordatevi quello che sostituite. Potete rispondere, "no grazie". Potete aggiungere "se volete comunicate i vostri programmi senza contraddittorio fatelo da soli", oppure "se volete domande del tipo 'che progetti avete per l'Italia?' chiamate i vostri portavoce".
Scegliete voi la formula o inventate quella che volete, ma sappiate che è il vostro momento e che, se Vespa e Santoro sono riusciti a salire sullo stesso palco, contiamo un poco anche su di voi.

Angelo Figorilli

p.s. questo vale anche per i colleghi dei giornali che di buon grado si prestano a riempire le sedie delle tribune elettorali. Quanto a noi dei telegiornali, proviamo, in questo mese di passione, ad elencare i fatti. Per le domande vere prima o poi verrà il tempo e la speranza ci fa ancora compagnia.

lunedì 1 marzo 2010

Brividi


Le immagini dei carri armati per le strade del Cile. E' vero, andavano ad impedire i saccheggi, a riportare ordine e aiuti nelle città sconvolte dal terremoto. Ma facevano impressione lo stesso.